L I R I C H E

4.5.10

Libellula










Di libellula
il mio volo s'innalza,
leggiadra appaio,
in volo ti catturo
e nell'aria ti amo.

Negli occhi un
mondo di mille sguardi,
la visione allarga il campo
ed il mosaico
esiste completo.

L'agilità è il mio modus,
la flessuosità la mia dote,
sopravvivo,
per ora.

Volo all'indietro,
laddove gli occhi
mi insegnano
lo sguardo
dentro il sogno.

Il lato oscuro
mi fa predatrice,
di prudenza mi riparo,
e mi concedo la licenza
di esistere.

Sotto l'ombra
mi salvo,
resto ancora in vita
dentro il volo continuo.

Gocce d'oro










Liquido mutante
materia fondente,
nell'aria limpida la mia
terra vive e allatta.

Nel corpo caldo e vellutato
che mia madre
ha parzialmente partorito,
eppure si cela il mistero tagliente.

Un singhiozzo interrotto
la carne lacera,
ma l'intimo abito
cosparge di gemme e di spine.

Nel pianto incastrato
sciolgo il ferro antico
e colo sul mio seno
gocce d'oro di luce pura.

Canto












Canto piano il risveglio,
che dal nulla mi spinge,
fino a posarsi sul morbido
velo delle labbra.
Un senso incerto mi abbraccia,
stordisce la visione
mi afferra con un sussulto.

Vieni con me, sussurra,
ormeggia l'antico respiro
di poesia e musica adesso,
riempi le stanze spostate
schiudi i meandri arenati
di false pretese e fiacche volontà.

Prendimi le mani,
bisbiglia, portale con te addosso,
nel domani prestami
l'infinita tua pazienza,
lasciami così.

Aprimi,
ti prego fai sgorgare la sorgente,
mostrami la coerenza anelata,
portami a nascere per sempre,
fammi vivere le stanze
dell'anima che non conosco.

Abito il tempo









Abito il tempo sotto il soffitto,
il vento corre a briglie sciolte,
a suo piacimento mi scompiglia e assomiglia,
lasciandomi addosso forme
di volti e sogni attraenti.

Più in alto volano i giochi assenti
di raffinata eleganza,
scorgo un apertura dove
un uccello insegue il suo
senza traguardo.

Questa distesa abito da sempre,
la luce è la sua musica che al crepuscolo
scalda i toni di fiamma,
per cedere solennemente alla notte il mistero
che giunge e mi fodera.

Ancora più in alto viaggio
e sopra le nuvole
il silenzio mi affida la certezza
che l'azzurra distesa nel petto
si riempia di'ispirazione.

Le onde continuo a cercare,
il cielo continua respirarmi
nessuno può tenere i fili,
la passione e l'amore
vivono misteriosi.

Tentazione











Appaiono splendidi e lontani
i desideri sotto le nuvole,
anche un pensiero s'imbottisce
di passione e oltre il cielo si spinge.

Tento l'amore trascinarmi,
nelle cavità e nelle calate,
il porto salvico mostra il precipizio,
zelante e inopinata
la mano srotola una carezza.

Sul viso sincero
la coerenza non mente,
dopo il sorriso arriverà
e proverà e cercherà ancora.

Concepimento














Di questo spasimo
conosco il tono,
del concepire
quasi la percezione
urla un dolce presenza.

Mi inchino presto
al cospetto delle doglie,
delicatamente alla fatica
acconsento di muovere
nelle perle di sale le parti.

Con premura e grazia
l'atto mi scopre,
il cordone
di illusioni
e fiacchi accessori
recido.

Il cuore allatto poi
di coerenze costanti,
e nel prato del mio ventre
spontaneo odo germogliare
qualcosa.

Dal mio nulla,
non di più,
sento giungere
il mio dolce esserci.

Vento










Quella sera
il vento si svegliò,
la polvere dietro le onde agitò,
nei fondali del suono
lasciò in affidamento
le sue ali.

Sollevato più in alto,
libero senza peso,
il canto anelito accolse.
Non ora e sempre,
nell'aria nessun dolore
nel fondo imitò.

Sospeso nella notte,
dentro il vortice impetuoso,
il manto di respiro non mentì,
passò nell'aria affannata il silenzio,
alle spalle la tregua
e un animo alleggerito.

Così provai












Così provai,
avvedutamente mi inerpicai,
appoggiandomi alle stelle,
tra la terra ed il cielo,
con il sonno che non concede riposo,
lontano vidi quel vivere
intenso e leggero.

La scalata mi impugnai.

Procrastinando le scorciatoie,
sgombrando gli intrusi ci arrivai.

Era tutto.

In fondo al petto nessuna menzogna,
incredula nel beneficio,
non capì che tutto il bello era li,
e potevo solo salvare quell'istante
per mille anni.

Questo sapore











Questo sapore
che indosso
dentro le terre
di coperte profumate,
dentro la pelle
nessun dolore.

Tu sei con me, dentro me,
al mio fianco,
quando respiro il tuo sorriso,
dentro occhi grandi posati in aria,
sento il mondo posarsi qui.

Entro le carezze
lo sguardo
si fa sorriso,
e prima che il giorno
consumi tutto,
lascio ancora il profumo
sopra la pelle.

Solo amore posso,
senza parole,
le labbra di desiderio
lascio scivolare.
Non so altro,
non voglio altro,
nessun rifiuto nessun dolore,
solo amore,
solo amore.

Ombre










Sotto l'occhio timido del calar del sole,
sosto con l'ineffabile ombra.
Inesorabilmente resto,
nuda con me,
con il canto in gola
che passa attraverso le valli,
con pelle muta e dita in cerca di accordi.

Solo un suono,
una voce,
Per tagliare ancora
le montagne del destino,
per gli occhi che vogliono
vedere il sole.

Dal corpo,
un urlo, ingenuo,
tradisce.

Non è il dubbio
che ottenebra le forme,
non sono albero robusto
che s'innalza al cielo,
ne di terra profumata
che vive nei campi umidi,
ma di speranza nutrita
nell'ultimo tramonto,
dalla libertà vista in sogno.

La pietra anima
la scintilla del fuoco,
presenze confuse trova,
che provano ad ingemmarsi.
Rimango ancora così.

La notte arriva
buttando la luna sul manto scuro,
mutando colori e forme.
Anche i piedi trovano ora la strada
che di troppa luce
era nascosta.

Incredula, col respiro ancora in aria,
vedo di luce e passione
tutti i giochi del bimbo spoglio,
son carbone ora diamanti,
sono macchie appese al cielo,
sono solo le ombre bizzarre
che al corpo si appiccicano con affetto.

Sino in fondo













Sino in fondo,
sull'orlo dell'ultimo impeto,
tra le frange del precipizio,
con la certezza disciolta,
con la pioggia che batte sul cuore,
quando il respiro diventa pietra,
vago sino alla fine del mondo.

Quando l'ultima lacrima succhia le viscere,
la sagoma al crepuscolo
dentro la vita brama presenza.
Nessuno conosce il fondo delle proprie cause,
l'ineluttabile dissolve
la minaccia del passato e la paura del futuro,
ma celebra la storia presente.

Il cuore
ha le sue urgenze,
il traguardo spezza i fili
e l'inquietudine raccoglie le mie ali,
e prima che il giorno me le porti via
sgelo il dolore come neve al sole
e schiudo l'uscio del mio vivaio.

Presagio












Pesante pensiero
perpetuo di sere autunnali,
colgo seduta nel corpo
il preludio dell'attesa,
nelle onde nel solco
al sollevarsi della luna testarda.

La gemma del cuore
si nutre di eventi,
senza tradimenti,
progetti e chimere,
percorre il fato
senza testimoni.

Nel suo sentiero,
l'anima vezzeggia colori e passioni,
priva di ricordi e legami,
percorre l'evento urgente
con impegno solenne.

Quasi il canto degli Dèi,
come un presagio
che scavalca l'intreccio
e slega l'oracolo.
Ritorno nella terra desiderata,
provvista di niente,
con l'inesorabile verità.

Per quell'attimo














Per quell'attimo di pace
andato via
mille ore d'attesa l'han curato.

Per quel sorriso trovato
donato fedele al sogno,
hai attraversato mare e vento.


Le cose vengono e vanno
come le nuvole,
ci sono altre che restano di pietra.

C'è la gioia che senti albergare
nelle stanze infinite,
c'è il dolore che dimentica
nel tempo senza fine il suo congedo.

Sincera















E' inverno,
di primavera fuggo,
l'assurdo di ragione non colma.

Non posso in questo mondo
l'inenarrabile vita aggiustare,
solo nuda di passione mi rincorro.

Ancora nell'aria l'essenza,
la stagione dei fiori inonda,
noiosa la volontà che imbroglio dispone.

Di terra i piedi,
nella rara esistenza di gemma preziosa mi rimetto,
sincera tregua mi presta.

Ora dolce, ora pace, ora forte,
vado in basso dentro la corrente,
mentre il respiro mi solleva.

Feconda sensualità che nelle viscere alberga,
svuota nel nulla i sensi,
alla pelle li abbandona,
di più mostra tesori e calma l'affanno.

3.5.10

Il mare









Il mare...amo...libera...mi guarda.

Nell'acqua di specchio,
l'anima nitida il travaglio mi porta.

Dentro
d'oceano i pensieri,
sapore di sale e pelle sento,
del cuore le onde,
nelle sue braccia risucchio profonda.

Di schiuma il respiro inonda i fianchi,
l'onda sbatte i sensi,
slega il sorriso,
in balia di nessuno,
il mare mi beve e mi porta con se.

Amore










Amore...
non si apprende,
non si conosce,
solo quando implora lo riconosci.

Non si sceglie,
non ci sono errori nel sentimento,
la misura non esiste
ma il dolore avvisa e resiste.

Negli occhi immensi lo intuisci,
dalle mani calde ti accorgi,
dal profumo dei sensi,
dal sorriso fiammante,
dalla attesa dietro la finestra lo capisci.

Nella gioia e nell'affanno,
nelle le pieghe dei fianchi lo senti,
nel brivido del desiderio
e nelle scrigno delle lacrime.

Consueto












Riappare consueto
come una foto in bianco e nero,
impallidita dal tempo nel giorno di luce,
nella notte più fonda della fitta che affonda,
sempre consono il suo sapore.

Tra pensieri di nebbia mi addenso
solcando gli spiragli,
schiudo dalle mani l'aria attempata,
ed il pensiero cade sulle gocce d'oro
che ancora non trovo.

Davanti un impavido sguardo
mi inchino allo stupore,
stringo il profumo ed un tocco d'ali sfarfalla
la polvere di ieri,
oscillo sul filo sottile, gemo l'istante che nasce.

Impossibile mutare il corso,
i suoni del cuore annunciano l'imprevisto,
accolgo con disforia l'incompiuto,
mi siedo nel corpo impaziente,
raccolgo l'invisibile dono.

Mi fido











A te speranza affido la malattia,
alla tua alchimia le redini della mia cura.

A te mi abbandono con le mani legate,
ed un pianto gelato che secca il viso.

Mostrami il colore degli occhi profondi,
insegnami le composizioni del cuore,
indicami i simboli dell'amore grande.

Accennami il tuo sapore
che libertà accorda
nell'ingiustizia della vita.

Delicata attesa dentro un sogno,
di fiducia il destino voglio impregnare,
se la sete dei desideri non finisce
lascia che mi fidi ancora,
ancora e poi ancora,
lasciami il tempo per vivere il non vissuto.

Mi fido sotto il mio graffio,
sotto l'arcobaleno,
con il dolore nella carne
e dentro il cuore,
lasciami vivere sotto gli abiti della vita,
tra il cielo e la terra,
tra un abbraccio e un sorriso.

Non so...













Non so più in quale terra
cresceranno nuovi alberi,
non so più della riva in fondo al mare,
neanche della carezza
che il corpo prese in dono.

Non so se muterà
nel cuore o lontano,
quel mondo schietto e puro
che d'intuito allarga i sensi.

Non so più delle mani
se focolare acceso ritroveranno,
non so più nemmeno del colore
della pelle con il sole dentro e addosso.

Semplice,
solo un ritaglio nel riverbero d'onestà,
per il consenso dei miei atti
ancora genuini e incerti.

Se il cuore ancora domanda,
e gli occhi al tramonto
la meraviglia non nascondono
sopra la vetta stendo un sollievo.

Dentro il torrente
come un pesce scivolo,
indossando nella sua corrente
la fiducia che a destinazione mi porti.

Dietro il muro













Gola urlante
voci in assenza
notte rimbomba identica,
più lontano dell'aria
niente ha più contorno,
ombre di fiamma non scaldano.
Dietro il muro che toglie la valle
è solo la notte,
di pianti si nutre e non si sfama,
è solo il buio
che il percorso ignora e tace.

Al momento sono solo d'ombra i passi,
segni chiari e profondi dietro l'ombra,
più della mia vita, dietro la mia vita,
la vera vita desidero.
Dietro le vallate del cuore,
piena di pioggia di un sudore freddo,
vedo chiaro il sipario che scende lentamente
portandosi dietro le gocce dei sogni.
Tutto il dolore sento,
quasi non sta più dentro,
in fondo,
nei cumuli di pietra,
la fessura fa male.

Ancora piango più in fondo della notte,
più lontano della pena,
ancora canto dentro la valle
e questa vita non basta.

Quieta e sola










Vorrei fermarmi adesso,
dinnanzi al silenzio delle cose
che intorno mi assomigliano,
davanti all'indole che sveste
le foglie secche e scopre l'intento.

Non son degna di normalità,
tanto meno di formalità,
quieta e sola rompo gli accordi,
lascio agli altri le vecchie frontiere,
io riparto dal mio zero.

Vorrei fermarmi adesso,
con le perle saline che i raccolgono sul letto,
perché dell'acqua ho l'urgenza di affondare
tutte le ossa ammaccate.

Sono quieta e sola,
artefice dei miei drammi,
mi sposto vergine nella luce del cuore,
con la speranza che l'ideale non mi tradisca,
posso ancora urlare contro il banale, contro le brutture.

Vorrei fermarmi adesso,
ho da scrollarmi da dosso la corazza arrugginita,
priva di legami e impedimenti posso solo
guardare l'integrità e guardare oltre il muro.

Quieta e sola mi sorprendo,
afferro il mio bene di carezza e libertà,
in fondo all'anima uno spirito ribelle
incalza devozione e trascina oltre.

Vorrei fermarmi adesso,
il tempo incustodito mi ha lasciato segni vivi,
mi ha annunciato le coincidenze
di tutte le ingiustizie e le rabbie sorvegliate.

Sono ancora sola,
ma non più quieta,
la spada ho impugnato,
il suo potere riconosco e mi ritorna.

Di coraggio fodero il petto,
per lanciarmi cruda verso il male che,
taciuto in fondo
ha sottratto il fascino dei sogni più belli.

Ascolta













Ascolta la voce leggera,
più lieve della'aria vicina,
col fiato profumato
custodita nelle tane del respiro,
che dagli occhi profondi sgorga.

Presenza delicata,
guarita dalle ombre e dai petali,
supplica il tuo segreto,
seminato nell'inverno del cuore,
e che non conosci.

Sai in fondo alla tua vita,
preziosa e nascosta,
sento la passione che al sogno
ruba il desiderio,
sento una presenza sincera
che accarezza tutta la forza d'animo che è in te





La strada











Lacrima di pietra,
non scende e pende,
graffia nell'abissale vuoto
della stanza.

Di ghiaccio,
il silenzio rimbomba
perenne nel soffio del cuore,
sospeso, nell'inesorabile singhiozzo.

Nelle caverne della mente,
l'imbroglio offusca la prudenza,
quale il senso del dolore incastonato?

Davanti e durante non si comprende,
non c'è spazio ne destinazione,
che conforto ceda.

In fondo al tunnel,
dietro la porta,
in fondo al buio,
dopo le perle di sale,
solo in fondo a tutto,
solo dopo il percorso,
la strada si intuisce










Sogno di perle e di spine














Perdi il ricordo,
sogno antico di perle e di spine,
il tuo sapore la leggenda non conosce.

Omero parlami,
indicami l'uscio perduto,
mostrami le verità anche se acerbe e superbe.

Non foderarmi d'inganno,
cedimi la visione degli dei,
affinché si avvinca intera alla vita mia.

La sorte consigliami,
dove possa in un attimo
appagare eternamente le mie aspirazioni.

Dove i miei cari , le mie vicende,
le regioni ineluttabili del cuore
siano riconosciute

Mostrami il luogo dove possa compiere
il senso di tutti gli attenti archetipi,
e rianimare nella polla sepolta l'immagine
onirica più bella di me.

Perdono










Mi prende,
nella tenerezza della vita
l'audacia del perdono,
attorciglia e abbandona
l'animo inconsueto.

Sposta con finezza,
scuce le ali oltre l'ingombro,
oltre il rancore.

Ne lacrime ne abbracci.
Ne sospiri ne sorrisi.
Ne tu, nessuno.

Solo un nodo da slegare,
nel pozzo il cuore paziente
allarga lo spazio.

Pioniera













Dondola il cuore spazio non trova,
spinge con forza il destino,
che figlia d'Eva raccoglie nei frutti e nei gesti.

Selvaggio paesaggio,
donna sciolta e creativa,
in questo prodigio mi godo la lotta.

Nel fondo chiarori improvvisi,
gioia nel petto,
s'innalzano visioni di semplici creature.

Odissea senza riva,
da una sponda all'altra sento
le redini del cielo galoppare le mani.

Nel risveglio di furia
la forza di mille donne
in un solo gesto.

Pura l'immagine che pace solleva
dentro le onde agitate di un oceano profondo,
con la solitudine unica compagna.

Svelare l'intimo
impossibile appare,
se dietro lo sguardo il cuore non sente.

Non cerco parole,
non serve consenso,
soltanto l'anima ascolto reclama.

La rabbia dei secoli
ogni donna eredita la dose,
nell'impronta crudele di un mondo non suo.

Come posso arrendermi ora
se il guscio è pronto e la terra anche ?

Simbolo












Della leggenda
che rende alla vita e alla sua storia
la sua unica vicenda,
l'anima destinata all'universo
stringe al suo interno tutti i simboli
dei propri accordi.

Della pietra che stringo in mano,
posso solo la parola,
la racconta e pure la disunisce,
della sua entità l'anima si fa simbolo
e di concerto la ricongiunge.

Del sogno diurno, la storia non abita più,
qualcuno accenna allo spazio, al tempo,
io cerco nell'arte il senso.
Forza nuova si muove, inventa se stessa,
simbolo che crea anima e corpo.

Mi veste












L'amore
non ha niente da chiedermi.
Mi sussurra solo di fargli posto.

Mi espone con tentazione,
sbuccia il superfluo inesistente,
poi mi ostenta nuda.

Mi imbocca parole di velluto,
mi veste di profumi sensuali e
mi piega con la tempesta dei sensi.

Così,
con le mani sciolte,
impaziente mi lascia così,
solo così senza indugi.

Dentro quest'anima errante,
orami riconosco,
concedo alla passione il suo intento.