L I R I C H E

3.5.10

Consueto












Riappare consueto
come una foto in bianco e nero,
impallidita dal tempo nel giorno di luce,
nella notte più fonda della fitta che affonda,
sempre consono il suo sapore.

Tra pensieri di nebbia mi addenso
solcando gli spiragli,
schiudo dalle mani l'aria attempata,
ed il pensiero cade sulle gocce d'oro
che ancora non trovo.

Davanti un impavido sguardo
mi inchino allo stupore,
stringo il profumo ed un tocco d'ali sfarfalla
la polvere di ieri,
oscillo sul filo sottile, gemo l'istante che nasce.

Impossibile mutare il corso,
i suoni del cuore annunciano l'imprevisto,
accolgo con disforia l'incompiuto,
mi siedo nel corpo impaziente,
raccolgo l'invisibile dono.

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