L I R I C H E

3.5.10

Quieta e sola










Vorrei fermarmi adesso,
dinnanzi al silenzio delle cose
che intorno mi assomigliano,
davanti all'indole che sveste
le foglie secche e scopre l'intento.

Non son degna di normalità,
tanto meno di formalità,
quieta e sola rompo gli accordi,
lascio agli altri le vecchie frontiere,
io riparto dal mio zero.

Vorrei fermarmi adesso,
con le perle saline che i raccolgono sul letto,
perché dell'acqua ho l'urgenza di affondare
tutte le ossa ammaccate.

Sono quieta e sola,
artefice dei miei drammi,
mi sposto vergine nella luce del cuore,
con la speranza che l'ideale non mi tradisca,
posso ancora urlare contro il banale, contro le brutture.

Vorrei fermarmi adesso,
ho da scrollarmi da dosso la corazza arrugginita,
priva di legami e impedimenti posso solo
guardare l'integrità e guardare oltre il muro.

Quieta e sola mi sorprendo,
afferro il mio bene di carezza e libertà,
in fondo all'anima uno spirito ribelle
incalza devozione e trascina oltre.

Vorrei fermarmi adesso,
il tempo incustodito mi ha lasciato segni vivi,
mi ha annunciato le coincidenze
di tutte le ingiustizie e le rabbie sorvegliate.

Sono ancora sola,
ma non più quieta,
la spada ho impugnato,
il suo potere riconosco e mi ritorna.

Di coraggio fodero il petto,
per lanciarmi cruda verso il male che,
taciuto in fondo
ha sottratto il fascino dei sogni più belli.

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